I conflitti esistono anche all'interno delle
relazioni di vicinato o di condominio. Ed è la mancanza di "solidarietà sociale",
unita al non sentirsi parte di una comunità, che genera comportamenti carichi
di tensioni. Lo dice chi abita nel comparto di edilizia popolare compreso tra
le vie Agucchi e Zanardi a Bologna, in tutto 507 persone (al 2010). Ma più in generale
sembra essersi modificato il rapporto con il proprio territorio. I dati sono
frutto della ricerca qualitativa "Pescarola non è un’isola", coordinata da
Maurizio Bergamaschi e da Roberta Paltrinieri del dipartimento di Sociologia
della facoltà di Scienze politiche dell'Università di Bologna all’interno del progetto
"Cittadini di Pescarola". L’indagine è stata realizzata in primavera da Rachele
Lapponi ed Eleonora Venturella grazie alla collaborazione di Acer (Azienda casa
Emilia Romagna) e Quartiere Navile.
La rappresentazione che emerge dalle interviste condotte tra
chi abita in zona è quella di un territorio segnato dalla contrapposizione tra
presente (poco coeso) e passato (denso di legami). Tra i residenti delle case
popolari comprese tra via Agucchi e Zanardi, tuttavia, non manca chi intravede una
"speranza di cambiamento in positivo": l’inversione di una tendenza che ha visto
degradarsi il proprio luogo di vita. Così, se il futuro risulta incerto,
l'immediato trova risposte puntuali. Le idee e le proposte non mancano. C’è una
disponibilità a spendersi in prima persona in questa direzione, anche se alcuni
intervistati denunciano la mancanza di partecipazione alle iniziative messe in
campo nella zona.
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